COME STAPPARE IL RISCALDATORE DEL COLLETTORE

Innanzitutto vorrei ringraziare il mio amico Ner01 ( Nerone ) che ha per primo mi ha descritto la procedura qui di seguito illustrata, e al quale va riconosciuta la piena paternità del procedimento che permette ( quasi ) senza sforzo di liberare in maniera ottimale i riscaldatori ostruiti.

Innanzitutto vediamo che cos’è il riscaldatore del collettore e a cosa serve. Mi sono reso conto che spesso si ignora l’importanza della parte in questione o si tende a sottovalutarne l’utilità.  Un riscaldatore non perfettamente funzionante può dare dei problemi che spesso vengono attribuiti ad altre cause ( carburazione, problemi elettrici ) e una corretta comprensione del suo funzionamento può contribuire a non cadere in errore.

Il pezzo in questione è questo:

ed ecco una foto del pezzo smontato ... 

Come potete vedere Il riscaldatore altri non è che un sottile tubo unito solidalmente al collettore ( quel condotto a “T” rovescia che ha il compito di convogliare la miscela aria/benzina dal carburatore ai cilindri ). Questo tubo è collegato alla marmitta e al suo interno circolano i caldi gas di scarico. Il  sistema ha il compito di riscaldare il lungo collettore sovrastante ( inevitabilmente lungo nei motori Boxer - a cilindri contrapposti ) per impedire che la benzina possa condensare sulle sue pareti se fredde, smagrendo così la miscela e peggiorando la combustione.

Ma cosa accade nel corso degli anni ?? I residui dello scarico che continuano ad accumularsi in questo stretto tubetto portano inevitabilmente alla progressiva otturazione del riscaldatore che non è più in grado di assolvere alla sua funzione. Questa occlusione è un problema comune alla quasi totalità dei maggiolini che abbiano ancora installato il collettore originale. Le conseguenze sono irregolarità di funzionamento del motore, difficoltà a tenere il minimo con spegnimenti ai semafori e agli stop. Il fenomeno si evidenzia ancora di più nel periodo invernale e soprattutto appena dopo che lo starter automatico ( che si attiva a motore freddo ) si disinserisce. Di solito i problemi persistono fintanto che il crescente calore del motore non fa salire la temperatura di tutto il vano motore, contribuendo in questa maniera alternativa a riscaldare il collettore stesso.

Una semplice prova per verificare l'occlusione o meno del riscaldatore è quella di toccarlo … ma FATELO CON MOLTA CAUTELA!! . Dopo alcuni minuti di funzionamento un riscaldatore libero ha entrambi i lati talmente caldi da avere una temperatura da ustione. Se al contrario questi sono freddi o tiepidi, o solo una delle due parti è calda allora sappiate che avete il riscaldatore irrimediabilmente tappato.

Purtroppo intervenire per stappare un riscaldatore comporta lo smontaggio del collettore stesso e non è un lavoro semplice. Questa operazione costringe a togliere anche lo spinterogeno, l'alternatore ( o la dinamo ) con il sollevamento della cassa ventola, il carburatore, la pompa della benzina e a smontare anche un po' di altri particolari.

Ma una volta smontato vi basteranno questi due prodotti ( e magari un pezzo di filo di acciaio attaccato ad un trapano ) per liberarlo perfettamente:

ACIDO MURIATICO e CANDEGGINA

L’uso combinato di questi due prodotti di facilissimo reperimento in qualunque supermercato ( sono prodotti di pulizia ) ha il potere di sciogliere definitivamente le incrostazioni che vi assicuro sono più tenaci del cemento armato.

Per prima cosa fissate il collettore capovolto e introducete al suo interno l’acido muriatico. Se il riscaldatore al centro è completamente ostruito mettete l’acido da entrambi i lati. L’acido muriatico trasforma i tenaci e insolubili depositi carboniosi che occludono il riscaldatore in ossido ferrico ( di colore nerastro ).

L’ossido ferrico così prodotto risulta essere attaccabile dalla candeggina e quindi, dopo aver lasciato agire l’acido muriatico per qualche ora, lo togliete e lo sostituite con la candeggina.

 ATTENZIONE!!!!
La reazione acido muriatico (acido cloridrico) + Candeggina ( ipoclorito di sodio) genera calore + cloro gassoso, velenoso o quanto meno molto irritante per le vie respiratorie. Fate quindi moltissima attenzione. Usate guanti, mascherina e occhiali protettivi, e tenetevi ad una certa distanza dalla reazione chimica in corso.

La reazione a questo punto trasforma l'ossido ferrico in ossido ferroso ( di colore rosso) che si stacca spontaneamente dalle pareti del riscaldatore.

Fate attenzione anche a dove vi posizionate per intraprendere queste operazioni. L’ossido ferroso che viene prodotto MACCHIA TERRIBILMENTE. Le macchie rossastre che vedete in foto sul cemento del mio piazzale non sono più venute via.

Tutto il procedimento ha il solo inconveniente di essere lento. Se il collettore è molto ostruito non basta un solo ciclo di trattamento per stapparlo, ma sarà necessario ripetere l’operazione più e più volte.

Per velocizzare la cosa però si può usare un semplice attrezzo come questo:



Altro non è che il filo ( rotto ) di una frizione di un’auto moderna ( io l’ho chiesto ad un meccanico, che me lo ha regalato ), con applicato appena sotto la punta un fermo in allumino ribattuto, per impedire che il filo si sfrangi eccessivamente. Se non ne trovate uno simile potete comunque provare ad usare un pezzo di filo di acciaio intrecciato o una qualsiasi altra cosa simile.

Lo applicate ad un trapano e non appena lo scioglimento dei residui consentirà al filo di passare da parte a parte, lo userete come uno scovolino tra un bagno chimico e l’altro. Questo velocizzerà enormemente le operazioni e alla fine vi restituirà il vostro pezzo ( quasi ) libero come se fosse appena uscito di fabbrica.

Sperando che queste dritte possano servirvi

Buon lavoro e buone VW a tutti.

Turi - 17/09/2007